“Io, che la Calabria la vivo da sempre e ormai da molto tento di comprenderla, conservo del viaggio la sensazione rafforzata di una terra frattale, che nel paesaggio fisico e mentale riproduce la complessità e le contraddizioni del mondo. L’immagine più chiara è quella del frammento di statua classica (solo i piedi e il suo basamento) innestati verticalmente sulla facciata della chiesa di costrizione normanna di Santa Maria di Ognissanti a Stilo; forse a ricordarmi che, anche oggi, come allora, l’abaco della storia si può ricampionare alla ricerca di inediti significati sull’identità più profonda.”
E M I L I O • S • L E O / L A N I F I C I O • L E O
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“Gli edifici non finiti, come quello che vedete in foto, hanno avuto un grande impatto su di me. Questa non è una cosa che si vede nei Paesi Bassi … Ovviamente c’è molto in Italia, che da noi non si vede. La storia impressionante, si può sentire, è lì. I paesaggi mozzafiato e le montagne, ma anche le aziende storiche.
Prendete Liquirizia Amarelli: la produzione di liquirizia, l’amore per l’originale e per l’artigianale!
Tornando agli edifici non finiti … sulle prime ho pensato che non c’erano i soldi per finirli! Ora so che li lasciano così per altre ragioni, questo mi affascina.
Ma anche la piccola chiesa bizantina (la Cattolica di Stilo) con la sua vista incredibile e gli splendidi dipinti all’interno …. impressionante! È stata edificata per un monaco alla ricerca di silenzio? Pace? E poi la forma!!!
E anche le rovine del Convento di Santa Maria di Corazzo, nei pressi di Soveria Mannelli, in combinazione con la sua natura, sono incredibilmente belle.
E non dimenticate il Lanificio Leo! I miei primi passi in Calabria sono stati nel 2007 proprio al Lanificio Leo, mi sono innamorata di quel posto. Quando ero lì la settimana scorsa per la seconda volta, mi sono sentita così felice! Mi piace essere circondata da vecchie e nuove macchine, belle stoffe, tessuti e maglieria, test ecc. Il luogo respira sapere artigianale, passione e innovazione. Il posto trasuda AMORE!!! Credo che Emilio Salvatore Leo sia molto intelligente nel combinare il tutto in modo perfetto e io mi sento così fortunata ad essere parte di questo progetto.”
S I G R I D • C A L O N
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“La mia attenzione è quasi sempre rivolta verso tutto ciò che è stato costruito dall’uomo. Credo che l’architettura sia la rappresentazione più chiara dello spirito del luogo e dei suoi abitanti. La Calabria è una terra di contrasti. Il non finito insieme ai capolavori della storia passata mi hanno impressionato parecchio.
Non so ancora come fare per tradurre questa tensione in un lavoro concreto, ma ci proverò sicuramente.”
V I C T O R • V A S I L E V
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“Sono rimasto profondamente colpito dalla passione delle persone incontrate, primo fra tutti Francesco Bartone, il sindaco di Soriano, che ci aspettava all’ingresso del convento davanti a un tavolo con i cataloghi del museo dei marmi preparati per noi, e che non vedeva l’ora di condividere con noi il gran lavoro svolto fino ad oggi! È presto per dire se lavoreremo su Soriano, ma anche il resto della visita, tra reperti, argenterie e calici d’oro è stato molto forte.”
G A B R I E L E • R I G A M O N T I / S T U D I O C H A R L I E
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“A me tornano in mente i mosaici della Villa Romana di Casignana. Una bellezza che mi ha emozionato. Pensare alla grandiosità di un passato che ci appartiene mi fa stare bene. Sapere che c’è ancora tanto da scoprire mi fa percepire il sito come vivo. Avere dei modelli di bellezza così intensi è fondamentale per guardare lontano.”
C A R L A • S C O R D A / S T U D I O C H A R L I E
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“Raramente mi è capitato di passare in così poco tempo dalla quota zero del mare ai 1500 metri e rotti della Sila, il mio viaggio in Calabria lo potrei raccontare così: un continuo salire e scendere, osservare il mare e trovarsi poco dopo tra inaspettate vette di montagne dal sapore alpino. Salire e scendere tra la bellezza e l’iniquità della suburbia, elevarsi spiritualmente al cospetto di pietre sante onorate da secoli di preghiera e precipitare nell’orrido dell’edilizia contemporanea senza più un Dio a cui votarsi. Sono stato muto spettatore, dietro il finestrino di un gigantesco pullman, della vita che scorreva intorno a me: sguardi di bambini, automobili che arrancavano su per i tornanti, aree archeologiche perse nella pianura, muschio verde che rendeva indimenticabile ogni tronco della Sila. Sono stato muto ascoltatore del grande Salvatore Cozza che, perso nel raccontare i suoi viaggi su e giù per la Calabria, si perdeva nei suoi pensieri e faceva perdere a me la strada per raggiungere il gruppo. Ecco la mia Calabria: una terra dove la parola contraddizione conosce ogni giorno nuovi significati, conosciuta per la prima volta con un gruppo di sconosciuti, che il tempo e la strada percorsa insieme hanno trasformato in un equipaggio di amici.”
G I U L I O • I A C C H E T T I
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“Quello che mi ha colpito del viaggio in Calabria, sono le architetture in rovina e la loro ‘nudità’.
La rovina, il non finito, mettono a vista la parte interna dell’architettura, i cui mattoni e pietre dai diversi colori, comunicano visivamente e fisicamente il tempo trascorso.
Questa sensazione di connessione con il passato è stata un’esperienza unica.”
K E N S A K U • O S H I R O
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“Io abito in Calabria da qualche anno, ma non conoscevo tutti i posti che siamo andati a vedere.
Durante il Progetto Designing Grand Tour mi hanno colpito tante cose: la storia della Magna Grecia; la giustapposizione di diverse civiltà come la Greca e la Romana in un unico posto che ha lasciato tanta ricchezza archeologica; i colori visti nei mosaici, la ceramica. Mi hanno impressionato tanto anche i contrasti tra montagna e mare; tra i cactus e i fichi d’India.
Certo questo è un’ispirazione per il disegno dell’arazzo. Sarà molto interessante per me lavorare sui colori della Calabria.”
L A U R A • D A Z A
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“Difficile dire cosa mi abbia maggiormente colpito durante il soggiorno in Calabria. Forse sarebbe più corretto dire che ho vissuto in uno stato di continuo stupore. Il mare e la montagna, le terme e i mosaici della Villa Romana a Casignana e la 106 che brutalmente la squarcia, la bellezza degli edifici del passato e l’inspiegabile incompiuto di quelli attuali, il piccante che toglie il fiato e il dolce del Tartufo di Pizzo…”
M A S S I M O • B E L O T T I / T O R R I • L A N A
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“Io sono nato, ho vissuto e lavorato in Calabria ma nonostante questo anche per me il Grand Tour è stato un viaggio di scoperta. Credo sia dovuto in parte all’inafferrabilità di questa regione, la cui morfologia è un’esplicita metafora della fitta trama di paradossi che la identificano. Sono molte le epifanie che il viaggio mi ha regalato, apparizioni mitiche di animali e piante in una montagna magica e terribile al contempo, la tristezza rassegnata di paesi infiniti lungo la statale 106, le rovine, i frammenti, lingue spezzate che si parlano addosso mentre cerchiamo di decifrarle, mosaici sublimi parzialmente nascosti da costruzioni brutali, appannati dal sale ma pronti ad esplodere negli occhi al contatto con l’acqua. Una regione che sembra non sapere cosa fare di se stessa ma riserva incontri stupefacenti. Disertata, non finita eppure potenzialmente pronta a elevarsi come sembrano suggerire le armature a vista delle sue case incomplete. È questa la base su cui stiamo lavorando.”
A L E S S A N D R O • F O N T E
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“Per oltre sei anni ho vissuto in Calabria, relazionandomi dall’esterno e dall’interno con questa regione morbida e dura, magnifica e brusca. Ripercorrendola accanto a persone che la conoscono poco, in un viaggio condensato, in fast motion (per quanto “fast” sia possibile su questa striscia estesa e morfologicamente articolata), mi sono resa conto ancora della sua enorme bellezza e storia, della sua generosità, complessità, delle immense potenzialità e priorità discutibili. Mi ha anche ricordato quanto questa regione mi abbia arricchita, prima ancora di consumare un pezzo di me in ritorno.
È il posto più contraddittorio che io conosca. Ho conosciuto in Calabria persone più umane che altrove ed ho l’impressione che forse la sua forza e la sua debolezza siano la stessa cosa: umanità a dismisura.
L’ho sempre considerata terra dello spreco: di risorse, di energie, di cibo, di investimenti, di potenzialità, della sua gente strepitosa, delle sue bellezze travolgenti ma nascoste e inaccessibili. Una regione in cui si costruiscono edifici inutili in posti che tolgono il fiato, in cui creano cornici oscene per tesori di valore inestimabile ecc. E però poi ti sorprende inaspettatamente.
Il Grand Tour è stato una specie di pillola di stupore. Ci ha portato in luoghi-miracolo come il Lanificio Leo, Liquirizia Amarelli, Rubbettino in cui ci si rende concretamente conto che è possibile reagire, resistere, costruire qualcosa di eccezionale e arrivare molto, molto lontano anche quando si è costretti a muoversi contromano su un tapis roulant.”
S H A W N E T T E • P O E
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“Sono l’ultimo a scrivere e mi scuso per il ritardo, a volte ci si mette un po’ ad arrivare ed anche a partire.
Ho pensato a quali fossero le mie prime impressioni al ritorno dal viaggio intrapreso con i compagni del Progetto Designing Grand Tour e pur essendo di origine calabrese, con stupore, ho avuto un certo periodo di vuoto o per lo meno di poca chiarezza rispetto ai luoghi visitati e alle cose viste. Questo senso di stranezza ha bloccato le riflessioni e scrivere anche poche righe è diventato difficile. Ho percepito il blocco alimentato da un’immagine della Calabria che non avevo mai avuto e che non avevo mai capito.
Ho sentito e visto quanto nella montagna e nell’entroterra di quella regione l’uomo abbia cercato di nascondersi dal mare.
Mi sono accorto di un salto temporale nella storia di quella terra che mi sembra non abbia trovato una continuità tra il passato remoto di una Magna Grecia ricca e meravigliosa e un presente così povero, incompiuto e deturpato. Ho percepito un solco nella sua storia, come i solchi che dividono montagne verdissime da montagne aride e brulle, gli stessi solchi lasciati da letti di fiumara, ora solo memoria dei grandi corsi d’acqua che un tempo furono.
Non ho trovato continuità tra l’età imperiale e l’oggi. Solo in questi giorni ripenso più chiaramente al viaggio sapendo che il primo lavoro che dovrò fare sarà quello di provare a ripensare alle mie radici e a quel mondo da cui provengo.
Vivo da sempre lontano e a volte capita di conoscere meglio le case degli altri e non conoscere così bene la propria. Parto da questa distanza per provare a raccontare quello che ho vissuto elaborandolo in qualcosa che possa parlare di oggi e magari anche di domani. Per fortuna i miei compagni di viaggio mi aiuteranno.”
G I A N L U C A • S E T A