L’Arazzo Zero è stato pensato dagli ideatori di Designing Grand Tour, Emilio Salvatore Leo e Studiocharlie – e realizzato dal lanificio Torri Lana 1885 – sia come un “gonfalone”, un vessillo da esporre in ogni tappa del viaggio in Calabria, sia come “copertina e titolo” per gli altri progetti/oggetti tessili che verranno. Un riferimento fisico che è una dichiarazione di intenti, utile agli altri designer partecipanti per capire il metodo da seguire e i limiti tecnologici (limiti di intrecci) del telaio jacquard, che verrà utilizzato per realizzare gli arazzi.
Ai designer partecipanti, prima del viaggio, sarà consegnato un piccolo kit di “istruzioni per l’uso”, non un limite alla loro creatività, ma delle indicazioni tecniche pratiche, utili per tentare di centrare uno dei principali obiettivi del progetto: ragionare sulla possibilità di creare un metodo per la progettazione orientata al textile design.
La progettazione tessile jacquard, potendo contare sulla possibilità di utilizzare innumerevoli effetti di intreccio, spesso coincide con una riproduzione di tipo “pittorico” su tessuto ma, contrariamene a quanto si pensa, con il telaio jacquard non si riesce a fare qualunque cosa, come con una stampante, perché anche questa tecnica ha dei limiti legati alla macchina, alla materia, al numero dei fili e al tipo di filato che si utilizza.
L’arazzo Zero è nato per questo, per mettere a punto concretamente cosa sarebbe successo provando determinate armature e per scrivere una sorta di manuale d’uso tecnico, rispetto al telaio specifico che verrà utilizzato, che potesse essere utile ai designer nella fase di progettazione.
Solitamente le macchine jacquard funzionano come dei pantografi, realizzano cioè disegni simmetrici, dei moduli che si ripetono come delle piastrelle, mentre il moderno telaio jacquard di proprietà della storica azienda Torri Lana 1885, con cui verranno realizzati gli arazzi, è un telaio a campo unico, permette cioè di realizzare qualsiasi motivo, senza che sia necessaria la simmetria. Questa caratteristica fornisce molta libertà compositiva, da fissare però in una tipologia di tessuto proprio delle impostazioni particolari della macchina. Essa infatti presenta un doppio ordito, necessario per la produzione di tessuti per l’arredamento, tessuti che garantiscano determinate performance in termini di resistenza e di abrasione.
Tutti dati con cui fare i conti nella fase di progettazione, per questo sono stati testati preventivamente su questa macchina e quindi sul tipo di tessuto risultante una serie di intrecci archetipi, che sono quelli che si fanno fin dagli albori della tessitura anche con i telai di legno, e alla fine sono stati scelti 6 retini: la tela, la saia e il raso fatti in due scale dimensionali.
Inoltre, in relazione alla tipologia di tessuto fissata nell’Arazzo Zero, i designer potranno usare un solo colore di trama tra i 6 disponibili nella palette di progetto, scelti per evocare al meglio il territorio della regione Calabria che verrà esplorato: i colori del mare, della vegetazione montana, della terra, degli scavi archeologici.
La macchina può infatti fare delle zone dove si possono usare in maniera complessa i retini ma sono sempre dei retini bianco-rosso, bianco-nero o bianco-giallo ecc.